Il massaggio del bambino: l’inizio di un cammino di rispetto e libertà

Alcune esemplificazioni di cosa è il massaggio infantile attraverso le parole di tre genitori:

1 Proporre il massaggio infantile, vuol dire “coccolare i sensi”, dunque “interazioni” che attivano la mente e danno luogo a sensazioni che i bambini interpretano come: “mi fanno stare bene!!”.

Fanno stare bene la relazione genitore/ bambino; fanno stare bene l’intera “persona”.

 2 Nel massaggio i benefici possono essere per entrambi.

Nel massaggio al bambino, l’adulto comunica il suo “essere lì” solo per lui”, racconta la sua disponibilità, offre un contatto pelle a pelle.

 3 Toccare o permettere che qualcuno possa toccare la nostra pelle significa entrare in contatto profondo con la persona che abbiamo di fronte, abbandonando tutti gli schemi e ritrovando le nostre radici. Le nostre reciproche radici.

Significa affidarsi e avere fiducia, significa guardarsi e guardare dentro. Significa amarsi con rispetto e delicatezza.

Queste frasi già cominciano a farvi capire cosa è il massaggio infantile ed il mio intento sarà quello di approfondire questi temi partendo proprio dalla mia storia all’interno dell’associazione. Infatti sono un testimone ed un attore fin dall’inizio dell’AIMI, nata nel 1989; non vuole essere un racconto di nostalgie, piuttosto vi racconterò come questa conoscenza ha portato in me tanti cambiamenti e come li valuto oggi a distanza di 27 anni.

Quando mi chiedono perché sono andato nel 1988 a fare il corso di formazione per insegnante di massaggio infantile (CIMI)[1] racconto che la mia aspettativa di allora giovane neonatologo, era quella di poter far superare ai genitori dei bambini ricoverati nei reparti di neonatologia e di terapia intensiva neonatale la barriera della termoculla, barriera, badate bene, creata con esclusive finalità curative, ancor oggi però vissuta come una scatola dove il piccolino stà pieno di tubi e di fili, in una situazione certamente molto difficile da accettare e riconoscere come contenitore “simile” alla pancia della mamma.

Dopo il corso di massaggio quell’aspettativa si è trasformata per me in un “processo”, processo come percorso, intendo; ha richiesto il mio mettermi in gioco.

Il primo confine da superare non è stato tanto quello pensato della termoculla, quanto il pensare ai miei “di confini” e quindi alla mia pelle come separazione, limite, barriera, ed anche identità, unità, possibilità di tenere insieme ad es. organi ed apparati od anche pensieri complessi e apparentemente contradditori.

Questo camminare per tappe, perché ha richiesto tempo, mi ha permesso di conoscere e riconoscere la mia “di storia di pelle” e così dal riconoscere le mie emozioni ho imparato ad ascoltare e dare un nome a quelle dell’altro sia che fosse un bambino (neonato) sia un adulto (genitore).

Ho solo accennato all’emozioni, posso pensare ad altre situazioni: ad esempio la mia attenzione alla motricità del neonato (movimenti sia spontanei sia riflessi) durante la visita medica, si è poi riflessa su come io mi muovevo durante quella pratica e parimenti l’attenzione ai miei movimenti e alle mie posture, cosa innescava nel piccolo visitato od osservato.

Posso fare altri esempi: riguardo all’attenzione visiva (lo sguardo), allo svestire o rivestire il bambino per la visita medica, alla mia distanza prima di iniziarla, ecc.

Il massaggio è stato dunque occasione per ripensarmi e ripensare al mio lavoro di pediatra neonatologo e alle molte occasioni di “un contatto diverso” che mi si offriva come possibilità di cambiamento.

Contatto che poteva significare a volte solo facilitare un miglior modo per stare in relazione, una miglior postura; a volte insegnare un contenimento, a volte un contatto più diretto o altre più garbato, distante.

La parola d’ordine che quegli anni, in ospedale, ha tenuto tutto insieme è stata “care”, La Care in Neonatologia, I Gruppi Care della SIN[2]: fatti insieme agli infermieri, alle fisioterapiste, a qualche neuropediatra, a qualche raro medico intensivologo, qualche psicologa e sociologa delle Terapie Intensive Neonatali.

Per proporre comunque il massaggio infantile, i nostri “clienti”, sono sempre stati gli adulti, ossia i genitori: di più le mamme ma anche tanti papà in reparto e quindi la nostra attenzione si è concentrata sempre meglio sulla diade o triade per porci in ascolto dei loro bisogni, delle loro richieste, aspettative, dubbi, a volte delle grandi incertezze sulla vita dei loro piccoli cari e talvolta dei loro grandi dolori.

Il massaggio, mettendo al centro cosa avviene tra bambino e genitore in quel tempo speciale, pone la premessa per osservare “la relazione” e direi di più, non solo osservarla!!

Infatti più diventiamo competenti nel cogliere ciò che succede in quel tempo, più diventiamo capaci di promuovere, sostenere, rendere consapevoli gli autori della relazione, ovvero con una sola semplice parola, stando nel nostro confine d’insegnanti di massaggio infantile, siamo “facilitatori” della relazione genitore-bambino.

Saremo facilitatori tanto più abili, quanto più sapremo usare la presenza silenziosa, la presenza delle mani in tasca, lo sguardo che accompagna e non giudica; in sintesi la qualità “in primis” che noi auspichiamo abbia un’insegnante di massaggio infantile dell’A.I.M.I.! (Associazione Italiana Massaggio Infantile).[3]

L’attenzione alla relazione genitori figli è al centro della ricerca scientifica,[4] da sempre oserei dire, certo che l’introduzione della videocamera[5] ha permesso di osservare le stesse scene infinite volte, scoprendo particolari della relazione davvero prima inimmaginabili; oggi abbiamo fondati elementi di conoscenza a sostegno della genitorialità, peraltro in una società molto invasa da fattori stressanti, per cui sostenere il senso di sicurezza e di fiducia dei giovani genitori è fondamentale per una migliore crescita dei loro figli.

Il massaggio favorisce questa crescita perché aiuta i genitori a riconoscere gli stati comportamentali e i comportamenti del bambino, aiuta quindi la modulazione stessa degli stati comportamentali, facilitando in conclusione una migliore interazione genitore figlio.

Come avviene questo:

Perché le sedute di massaggio pongono al centro i bambini con i loro bisogni ed i genitori con le loro potenzialità di ascolto in un contesto di non giudizio, e di accoglienza incondizionata.

Perché le sedute prevedono un tempo utile (90’), un numero di partecipanti limitato e un ambiente preparato con cura.

Perché la sequenza del massaggio è semplice, ha tradizioni antiche ed è stata provata a lungo con molte famiglie in diverse parti del mondo.

Perché gli attori sono i genitori e i bambini insieme e l’insegnante usa una bambola o il proprio corpo per far vedere e capire i movimenti.

Perché gli obiettivi sono sia di tipo relazionale, sia cognitivi, sia fisici: tutti ben definiti e dichiarati prima (depliant illustrativo del corso) e durante le spiegazioni.

Più specificamente alcuni benefici sono:

Favorire una modalità di contatto utile tra adulto e bambino, come mezzo privilegiato per comunicare ed essere in contatto con il proprio bambino

Favorire il legame di attaccamento e rafforzare la relazione genitore-bambino.

Favorire uno stato di benessere e di gioco del bambino.

Facilitare la conoscenza delle varie parti del corpo sviluppando l’immagine di sé, dello schema corporeo, così da far sentire il bambino aperto, sostenuto e amato.

Aiutare il bambino a scaricare e dare sollievo alle tensioni provocate da situazioni nuove, stress o piccoli malesseri.

Stimolare, tonificare e regolarizzare il sistema circolatorio, respiratorio, muscolare, immunitario e gastrointestinale, poiché previene e dà sollievo al disagio delle coliche gassose.

Essere di sostegno nei disturbi del ritmo sonno-veglia.

Essere un’esperienza di profondo contatto affettivo tra genitore e bambino, favorendo il rilassamento di entrambi.

Nutrire e sostenere l’arte di essere genitori.

 

Perché quando l’apprendimento della sequenza del massaggio è in gruppo, i genitori condividono l’esperienza di “essere genitori” e questo scambio è particolarmente ricco quando si confrontano genitori con bambini di età diversa.

 

Perché ogni genitore è il migliore esperto per il proprio bambino

[1] Certificate Infant Massage Instructor

[2] Società Italiana di Neonatologia

[3] L’insegnante di Massaggio Infantile A.I.M.I. è un facilitatore della relazione genitore- bambino, e, riconoscendo il valore unico di tale relazione, non massaggia direttamente i bambini (dal sito www.aimionline.it)

[4] Mission dell’I.A.I.M.I.: L’obiettivo dell’IAIM è favorire il contatto e la comunicazione attraverso corsi, formazione e ricerche in modo che i genitori, i bambini e chi si occupa di loro siano amati, valorizzati e rispettati dall’intera comunità mondiale.

[5] 1976: Luigia Camaioni pubblica per Boringhieri una ricerca fatta nel 1972 (L’anno in cui io mi iscrissi all’università), con l’aiuto del videoregistratore, una ricerca che ebbe due obiettivi: a)documentare il passaggio dalla comunicazione non intenzionale alla comunicazione intenzionale; b) il passaggio dalla comunicazione non linguistica alla comunicazione linguistica